lunedì 25 agosto 2008

EBOLI: PIAZZA DELLA REPUBBLICA


PIAZZA DELLA REPUBBLICA
(GIA’ PRINCIPE AMEDEO DI SAVOIA)

Chi scrive non è nato in Eboli, ma vi è cresciuto. La mia famiglia, composta all’epoca da me e dai miei genitori, si trasferì a Eboli nel 1941, proveniente da Avigliano, in provincia di Potenza.
Mio padre era un agente di custodia del settore minorile e ad Avigliano c’era un riformatorio giudiziario per detenuti minorenni.
La sua precedente sede di servizio fu Catanzaro.
Il trasferimento a Eboli fu definitivo, mio padre e mia madre non si sono mai più mossi da Eboli, fino alla loro morte.
A Eboli all’epoca c’era una casa di Rieducazione per minorenni (istituto di prevenzione oggi scomparso con la devoluzione di tale attività alle regioni nel 1968), mio padre vi ha prestato servizio prima in qualità di agente di custodia, poi, passato all’impiego civile, in qualità di archivista, quindi, sul finire della sua attività lavorativa in qualità di educatore principale a seguito di concorso interno.
In realtà a Eboli mio padre lavorò sempre nel settore della ragioneria, divenendo un esperto contabile e quindi un bravo ragioniere capo, mansioni che egli esercitava di fatto.
Nel 1946 la famiglia aumentò con la nascita di una sorella, Maddalena.
Io ho frequentato le scuole a Eboli.
Essendo nato nel 1938, le elementari furono iniziate nel 1943-44, in piena seconda guerra mondiale. Non ricordo più dove, ma ricordo il nome della maestra, si chiamava Ciaramella.
Poi frequentai le scuole medie ed il liceo classico nel primo degli edifici scolastici che insistono in piazza della Repubblica (prima fotografia), le medie con ingresso nel primo portone, a lato dell’attuale Bar Sport, il ginnasio ed il liceo con ingresso dal secondo portone. Tralascio le aule da me frequentate, anche se le ricordo benissimo, come anche i professori delle medie, del ginnasio e del liceo.
Perché l’introduzione serve per parlare della piazza, non di me e perchè desidero far capire che mi sento ebolitano, pur non essendovi nato, in quanto sono cresciuto ed ho studiato a Eboli.
Sono affezionato a questa città, nella quale oggi ho ripreso la residenza, assieme e mia moglie, dopo quarant’anni di lavoro al nord.
Quando frequentavo, le scuole medie la piazza era ancora in terra battuta.
Nella fotografia si vede benissimo il doppio ellisse che caratterizzava (oggi non più) la piazza. Si vede altrettanto bene il filare di “alberi di Giuda” che correva da un lato all’altro della parte bassa della piazza.
In maggio la fioritura di questi alberi inondava la piazza di un profumo straordinario. In genere la fioritura coincideva con la fiera campionaria, quando ancora si teneva lì.
L’albero di Giuda o siliquastro (cercis siliquastrum) è un albero appartenente alla famiglia delle Fabaceae (leguminose) utilizzato come pianta ornamentale nei giardini e per le alberature stradali, grazie alla sua resistenza all'atmosfera cittadina. Nella fotografia d’epoca se contano 12-13, ma erano di più.
Oggi ce n’è uno solo, in pessimo stato di salute (seconda fotografia): l’atmosfera cittadina li ha fatti morire tutti, eccetto uno. Non sono stati mai rimpiazzati.
Dei lavorio di ristrutturazione ho parlato e descritto sia su Il Giornale di Eboli (col quale non collaboro più da metà maggio di quest’anno) sia su IL PARLAMENTARE ed infine su questo mio blog.
Però un accenno non me lo voglio far mancare. Per dire che la progettazione ha riguardato un “rifacimento” della piazza, con profonde modifiche del suo aspetto originario ed originale che l’hanno snaturata. La progettazione, per contro, doveva tener conto della esigenza, del tutto naturale per chi ha nel debito conto le proprie radici storiche e della propria città, di progettare un “restauro conservativo” e così non è stato. Voglio ancora dire che il disegno delle nuove panchine in sostituzione delle precedenti, è del tutto privo di comodità, non è ergonomico. Basta sedersi per un po’ per rendersi conto di tale realtà. Basta provare la differenza di scomodità fra quelle poste in alto della pendenza e quelle in basso per smoccolare di santa ragione. Basta passeggiare nel lato alto della piazza (un tempo riservato alle persone mature) per notare un dislivello insopportabile per articolazioni anche di un giovane (i giovani non la frequentano più, si intruppano altrove) e smoccolare ancora di più. Veri e propri anatemi sono lanciati contro i progettisti e la precedente amministrazione comunale che accettò il progetto. L’uso di pavimentazioni in rettangoli di pietra lavica è del tutto inappropriato, la delimitazione delle aiuole dell’ellissi interna della piazza, dove insiste il monumento ai caduti, è del tutto inappropriata ed approssimativa con utilizzazione di un marmo chiaro del quale non ricordo il nome, ma potrebbe essere travertino di cava locale.
È a livello solo il marciapiede che delimita l’ellissi interna, tutto il resto no.
Ma visto che abbiamo questa nuova e brutta piazza, che il ripristino dello “status quo ante” è impensabile, cosa resta da osservare ? Lo stato della manutenzione ordinaria e della pulizia. Che altro senno’ ?
Quando vidi la nuova piazza, appena ultimata, l’impatto visivo fu favorevole. Strano vero ?
Era stata appena ultimata, veniva pulita e lavata a macchina ogni mattina, l’illuminazione funzionava tutta, la nuova fontana anch’essa.
Passato il primo momento di sorpresa (non ne sapevo nulla), iniziai a notare le varie discrasie, le più clamorose, oltre quelle già descritte, queste: i faretti incassati e quelli contenuti in una specie di fungo. I primi abbagliavano, i secondi quando spenti erano e sono motivo di pericolo e di inciampo.
La situazione oggi.
Il progetto di rifacimento non si è affatto preoccupato di modificare la specie e l’impianto del verde esistente. Giacché ci s’era si doveva fare.
Ebbene, premesso che non sono un agronomo, ma mi sono chiesto, almeno oggi, che ci fanno i pini mediterranei in piazza ? Sono almeno otto, forse qualcuno più. Fossero alberi cresciuti bene, passi, ma sono enormi, contorti, con forme stranissime !
L’unico pino mediterraneo che è veramente storico ed è una delle poche icone rimaste di Eboli è quello del castello Colonna. Avendo diretto il carcere minorile che vi fu realizzato quando le case di rieducazione passarono di mano, da Stato e regioni (per poi scomparire nel nulla), lo conosco, mi sono accertato del suo ottimo stato di salute più volte. È eccezionale perché è altissimo, sovrasta lo spartiacque del tetto più alto ed è esposto a nord !
Ma questi alberi di pino in piazza ? Boh !
Degli alberi di Giuda ho già detto. Vediamo gli altri. Sono praticamente tutti della famiglia delle querce, mi pare siano dei lecci. Ci sono anche altri alberi, ma non li so riconoscere. Il loro stato di salute, invece sì, lo so riconoscere. Alcuni sono enormi, non in altezza, ma in larghezza, i loro rami si intersecano e si intrecciano: non sono stati fatti crescere in altezza.
Altri, ma non mi pare siano dei lecci, mi sembra di aver riconosciuto un albero o due di carrubo (le carrube, ricordi d’infanzia), altri non so. Ve ne sono e moribondi, alcuni. Mi pare anche alcuni lecci.
In tutto ho contati sette. Per uno poi (terza fotografia) c’entra (forse) la mano di vandali. Ci sono due tagli diseguali superficiali ed un uno profondo, praticati con una sega, il terzo quasi fino alla metà del fusto (quarta fotografia).
Un’altra caratteristica erano delle palme enormi, piantate almeno cinquant’anni fa, come quelle del castello Colonna che fece piantare mio padre. Lo scorso anno furono attaccate da un tremendo parassita, della famiglia dei coleotteri (Rhynchophorus ferrugineus), detto anche il killer delle palme da dattero. Ne sono state tagliate undici (quinta fotografia).
Perché non sono state ancora rimpiazzate ? O si tagliano tutte e si sostituiscono, nell’ambito di un progetto di reimpianto del verde, o si rimpiazzano: tertium non datur !
Ma vi sono anche altre piante tagliate, delle quali restano, desolatamente, solo le radici (sesta fotografia), sono almeno otto. In attesa di un rimpiazzo che, forse, non avverrà mai. Mi si richiama alla mente il capolavoro di Dino Buzzati (Il deserto dei tartari), dell’attesa infinita di un nemico che non arrivava mai !
E che dire del monumento ai caduti della I guerra mondiale ! Già l’idea di illuminare dal basso la base, riempita di acqua a circuito chiuso mi sembrava bizzarra. Adesso, senz’acqua e senza illuminazione dal basso, riempita di rifiuti (settima fotografia) l’effetto è senza dubbio di assoluta desolazione.
Vi sono anche altre deficienze da rilevare, ma senza reperto fotografico (sono troppi per un blog), quali la tettoia che ospitava il posto di polizia municipale (sempre chiuso), bruciato e ricostruito qualche metro più in là, tettoia che aspetta di essere ripristinata.
Ho anche visto il palco utilizzato per gli spettacoli all’aperto (ho già detto in un altro posto che sono stati scadenti), l’ho guardato tutt’intorno e non mi sembra aver visto la messa a terra della struttura metallica.
Concludo con un ultimo reperto fotografico (ottava fotografia), si tratta delle piazzole destinate ad ospitare arbusti di lavanda, sono sedici in tutto e sono tutte desolatamente vuote.
Immagino che il sig. Sindaco di Eboli abbia pronta una spiegazione, che sicuramente non vorrà farci conoscere, ma io me la immagino: non ci sono soldi !
Magari ha pronta anche un’altra argomentazione: il taglio dell’ICI sulla prima casa !
Si è trattato (il taglio dell’ICI) di un mossa propagandistica del PdL, spregiudicata e cinica, ma di grande effetto ed impatto propagandistico.
Non credo che un vero statista (ma ve ne sono ancora in Italia ?) l’avrebbe proposta al suo elettorato, in sede di campagna elettorale, sapendo di non avere le risorse necessarie per ripianare le casse dei Comuni, ma è stata fatta, il PdL ha vinto, Berlusconi ha dovuto mantenere la promessa elettorale (questa promessa era ineludibile), sottraendo i 3,5 miliardi di euro necessari con tagli indiscriminati a destra e manca. Questo significa che le casse dei Comuni sono state ripianate interamente delle perdite, il che fa venire meno una simile spiegazione.
E allora ?
Boh !
Luigi Morsello

1 commento:

Anonimo ha detto...

OTTIMO LAVORO!

COMPLIMENTI!

Speriamo che chi di dovere si dia una regolata...mah!

Madda